Riflessioni

Tu non sei libero

Ora sono libero“. La chiave di lettura del dramma che si è consumato a Senago sta tutta in questo messaggio che Alessandro Impagnatiello avrebbe inviato alla sua amante dopo aver ucciso Giulia e il bambino che portava in grembo. “Se n’è andata, adesso sono libero“, avrebbe detto. La “libertà” affermata come valore assoluto e irrinunciabile per il quale si è disposti a compiere il più atroce dei crimini. Ma di quale libertà parlava? E’ importante chiarirlo perché “libertà” è una delle parole più belle che possa essere pronunciata da un essere umano e non è giusto utilizzarla a pretesto dell’orrore. La “libertà” che invoca l’assassino è l’arbitrio amorale del male assoluto. E’ la ricerca ossessiva del piacere ad ogni costo. Ogni ostacolo che può impedirlo deve essere abbattuto: con la menzogna che diventa abitudine di vita e persino con un coltello, se necessario. E’ la fuga da ogni forma di responsabilità, il rifiuto dalle conseguenze delle proprie azioni. No, questa non è libertà. Questo non significa essere libero. Tu libero non lo sei mai stato perché non hai mai scelto. Quella che tu chiami “libertà” è solo una misera e ignobile forma di egoismo. Tu l’hai uccisa la libertà. Giulia era una donna libera, non tu. Lei ha scelto liberamente di avere un bambino, di affrontare un cammino fatto di gioie e di sacrificio, ha scelto l’amore che ti ha donato, non immaginando che in questo mondo potessero esistere persone come te. Tu non sei libero, non lo sei mai stato e non lo sarai mai.

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