Ma l’arte, in fondo, a chi appartiene? All’artista che crea l’opera, agli esperti o al popolo? E’ una vecchia questione. Per esempio, prendiamo una novella, una poesia, una tela. Chi può dire che è bella? Lo scrittore, il poeta o il pittore? No di certo, perché è scontato innamorarsi della propria creatura. I critici di professione? Nemmeno, perché giudicano con l’occhio della ragione e con il metodo comparativo della scienza. Vista così un’opera d’arte potrebbe diventare addirittura un algoritmo matematico o una reazione chimica. L’arte, invece, è il riflesso di un’emozione. Anche irrazionale a volte. Essa si pone il difficile scopo di imprigionare, in una forma materiale, l’evanescenza della bellezza. Per questo motivo l’arte non può che essere di tutti. Il vero artista sa bene che il successo della sua impresa lo può leggere solo negli occhi degli altri. E nelle vibrazioni della loro anima.