Criminologia,  Recensioni

Crime Classification Manual

Il Crime Classification Manual di Douglas, Burgess e Ressler è un testo fondamentale per comprendere la logica di classificazione e analisi dei crimini violenti dal punto di vista del Behavioral Science Unit dell’FBI. Nonostante risalga agli anni in cui la profilazione criminale stava appena muovendo i primi passi formali, resta tuttora un riferimento prezioso, sia per la sua struttura sistematica sia per l’impostazione empirica. Chiunque si occupi di scienze forensi, criminologia o indagini sulle scene del crimine potrà beneficiare di questo manuale, tenendo sempre presente la necessità di attualizzare certi concetti e di contestualizzarli alla realtà giuridica e culturale del proprio paese.

Sottotitolato in inglese “A Standard System for Investigating and Classifying Violent Crimes”, è nato come strumento di lavoro per le forze dell’ordine e gli specialisti in analisi criminale, in particolare all’interno dell’FBI. Il testo mira a creare un linguaggio e un sistema di classificazione comune per comprendere, investigare e confrontare crimini violenti, focalizzandosi soprattutto su:

  1. Omicidi: fornisce categorie come omicidi organizzati/disorganizzati, serial killer con particolari tipologie di modus operandi, omicidi motivati sessualmente, omicidi di massa e molto altro.
  2. Violenza sessuale: descrive diverse forme di aggressione e abuso, con particolare attenzione agli aspetti psicologici e comportamentali degli aggressori.
  3. Crimini seriali: introduce i criteri di ripetizione e ritualità, fornendo linee guida per distinguere un singolo reato violento da una serie omicidaria o di aggressioni riconducibili allo stesso autore.
  4. Arson (incendi dolosi): il testo dedica un capitolo specifico alla classificazione degli incendi dolosi a scopo criminale, illustrando motivazioni e modelli comportamentali dei piromani.
  5. Analisi comportamentale: collega i diversi tipi di reati al profilo psicologico e comportamentale del colpevole, basandosi su studi e statistiche raccolte sul campo.

La struttura del libro tende a suddividere i crimini in categorie principali, a loro volta suddivise in sottocategorie, ognuna corredata di definizioni e criteri che aiutano gli investigatori a inquadrare meglio la scena del crimine e i sospettati.


Stile e approccio

  • Approccio FBI: gli autori, provenienti in gran parte dall’esperienza diretta nell’FBI (in particolare John E. Douglas e Robert K. Ressler, noti per il pionieristico lavoro di profilazione criminale), impostano il manuale come un vero e proprio “protocollo”. L’analisi è molto pragmatica e basata su casi reali.
  • Linguaggio chiaro ma tecnico: sebbene non manchino termini specialistici, la spiegazione è pensata per essere compresa non solo da esperti forensi, ma anche da altre figure come investigatori, avvocati, studenti di criminologia e psicologia.
  • Taglio didattico: include esempi pratici e, in alcuni casi, brevi descrizioni di “case study” che illustrano come inquadrare correttamente un crimine. Vengono presentati anche grafici e schemi per semplificare le classificazioni e i processi decisionali.

Punti di forza

  1. Sistema di classificazione standardizzato: il manuale è noto proprio per fornire definizioni operative comuni a investigatori, criminologi e analisti di intelligence, facilitando la cooperazione tra diversi dipartimenti e agenzie.
  2. Fondamenta empiriche: gran parte delle categorie e dei profili derivano da studi sul campo e colloqui con autori di reati violenti, condotti da Douglas, Ressler e altri esperti negli anni.
  3. Utilizzo didattico e professionale: rappresenta un pilastro per studenti di criminologia, psicologia forense e per le forze dell’ordine che desiderano approfondire le metodologie di classificazione e profilazione.

Limiti e criticità

  1. Focus principalmente statunitense: le casistiche e l’impianto legislativo di riferimento risentono inevitabilmente del contesto americano. Per un utilizzo in Italia o in altri paesi, è necessario adattare i concetti alle specifiche normative e procedure giudiziarie locali.
  2. Evoluzione della criminologia: la prima edizione del manuale ha gettato le basi di un sistema di classificazione che, nel tempo, è stato rivisto e aggiornato. Alcune teorie pionieristiche potrebbero richiedere integrazioni con studi più recenti e con le nuove tecnologie d’indagine (ad esempio, l’analisi dei big data e la psicometria avanzata).
  3. Rischio di categorizzazioni rigide: pur essendo uno strumento utilissimo, alcuni critici ritengono che una classificazione troppo schematica possa trascurare le complessità del comportamento criminale. È sempre consigliabile usare il manuale come linea guida e non come verità assoluta.

A chi è consigliato

  • Studenti e studiosi di criminologia, psicologia forense e scienze investigative: fornisce basi solide per comprendere i metodi di classificazione e interpretazione dei crimini violenti.
  • Professionisti delle forze dell’ordine e in ambito forense: rappresenta un reference utile nelle indagini, specialmente quando si tratta di reati gravi e ripetitivi (seriali).
  • Appassionati di True Crime e profiling: chi desidera scoprire come nasce il profiling criminale all’interno dell’FBI troverà un testo approfondito e ricco di esempi.

Una curiosità: se volete conoscere la storia di John E. Douglas, Robert K. Ressler e della psichiatra Ann W. Burgess, di come arrivarono a sviluppare la teoria del profiling e a scrivere il Manuale, non dovete fare altro che guardare la serie Netflix “Mindhunter”. Potrete vedere gli autori alle prese con serial killer del calibro di Ed Kemper, Charles Manson, David Berkowtiz, Richard Speck e Jerry Brudos.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *