Riflessioni

La sudditanza e il sopruso nell’era digitale – Parte prima

Devo fare una premessa: non sono un analfabeta digitale, né uno sprovveduto. Al contrario, possiedo discrete conoscenze in materia di informatica (per esempio: il blog dove pubblico questo articolo l’ho realizzato io) e sono una persona diffidente che ha sempre adottato un comportamento molto prudente nelle proprie attività in rete. Questo mi ha consentito di gestire un profilo Facebook per 15 anni senza avere mai nessun tipo di problema. Almeno fino al 21 gennaio di quest’anno, quando ha inizio la storia kafkiana che ora vi racconterò.

Come dicevo, il 28 febbraio 2010, ben 15 anni fa, attivai il mio profilo Facebook con la seguente url https://www.facebook.com/dott.AntonioFusco. Nel tempo, tale profilo è arrivato a contare, al momento della sua disabilitazione, 5000 amici e circa 770 follower. Il 26 aprile 2014, 11 anni fa, creai anche una Pagina collegata al Profilo con l’url https://www.facebook.com/AntonioFuscoscrittore che, alla data della disabilitazione del Profilo, contava circa 26.000 follower. Risultato costruito nel tempo anche grazie a decine di migliaia di euro di sponsorizzazioni effettuate negli anni, in abbinamento al mio account Instagram “antoniofuscoscrittore” che è l’unico che ancora sopravvive. La Pagina Antonio Fusco scrittore, ad aprile del 2021, fu anche certificata e attribuita ufficialmente a me. Infatti, mi fu concesso il bollino blu, come per l’attuale account Instagram. Aggiungo che a tali profili erano collegate altrettante utenze Messenger, con contatti e chat di grande valore affettivo e professionale.

Il 21 gennaio 2025 iniziano i guai. Navigando sul mio profilo Facebook vengo attratto dalla pubblicità di un’applicazione che si dichiarava proveniente da OpenAI. Il tool, secondo quando riportato nell’annuncio, sarebbe servito ad utilizzare il software per video editing dal nome “SORA”, che la vera OpenAI ha effettivamente rilasciato. L’annuncio riportava ad un link che aveva un indirizzo molto simile a quelli di OpenAI e invitava a scaricare e installare l’app. Purtroppo, l’ho fatto. Perché? Semplice: perché sapevo, per esperienza diretta, che Facebook sottopone ogni sponsorizzazione ad una preventiva verifica ed approvazione. Lo ha sempre fatto anche con le mie sponsorizzazioni. Anzi, qualche volte è capitato anche che non sono state approvate perché non corrispondenti ai loro standard grafici. Quindi, ahimè, mi sono fidato di loro. Invece, provando ad installare l’app scaricata, ho attivato un malware (probabilmente info-stealer SYS01) che ha consentito a qualcuno di prendere il controllo del mio account business e della mia Pagina Antonio Fusco scrittore. Al suo posto hanno creato una Pagina dal nome “Eco Bros” ed hanno provato a sponsorizzare su tale Pagina, a mie spese, un reggiseno. Appena mi è giunta da parte di Facebook la comunicazione che l’inserzione (che io non avevo mai richiesto) era stata approvata (vedete approvano preventivamente), ho provveduto a cancellare la Pagina “Eco Bros” non mia. Successivamente ho spento il computer e, utilizzando un portatile Mac non infetto, ho chiuso tutte le connessioni attive, cambiato tutte le password social (partendo dalle mail) ed abilitato l’autorizzazione a due fattori. In tal modo ho ripreso il pieno controllo del mio Profilo Facebook, Instagram e Business. L’unica cosa che non potevo più controllare era la mia Pagina Antonio Fusco scrittore che era stata scollegata dal mio Profilo e risultava essere amministrata da soggetti localizzati in India, Pakistan e Camerun.

Attraverso lo strumento “Segnala un problema”, ho provveduto a rappresentare la cosa a Facebook, con l’ingenua speranza che si sarebbero attivati per restituirmi ciò che era mio. Invece, tre giorni dopo (il 24 gennaio 2025), mi è arrivato un avviso di sospensione del Profilo poiché, secondo loro, il mio account poteva essere in uso a persone non autorizzate. Mi è stata data la possibilità di presentare un ricorso online, durante il quale mi hanno chiesto di fare un filmato e si sono fatti inviare una foto della mia Carta d’Identità. Dopo circa dieci minuti (10 minuti) mi è stato comunicato che l’account era stato definitivamente disabilitato perché non ero stato in grado di dimostrare la mia identità.

Il giorno dopo ho creato un nuovo profilo a mio nome (Antonio Fusco) per cercare di riprendere la mia attività. Dopo qualche ora, mi è stato chiuso anche quello con la stessa procedura. Questa volta con la motivazione che stavo cercando di sostituirmi ad un personaggio pubblico. Probabilmente l’algoritmo di verifica ha individuato in rete numerose foto che mi ritraggano e che riportano lo stesso nome ed è arrivato alla conclusione che stavo cercando di spacciarmi per lo scrittore Antonio Fusco, cioè per me stesso.

Un paio di giorni dopo ho ricreato un terzo profilo, sempre a mio nome. Sperando di prevenire altre sorprese, ho chiesto che venisse accertata la mia identità, cosa che deve fare chi pensa di pubblicare post con contenuti politici e sociali. Si sono fatti inviare altre foto, compresa quella del mio Passaporto, e alla fine hanno confermato che la mia identità era stata accertata. Dopo due giorni, hanno chiuso anche quello con la stessa procedura e motivazione: io che faccio finta di essere me stesso, cioè lo scrittore personaggio pubblico.

Mentre accadeva tutto ciò, nel tentativo di recuperare la Pagina con 26.000 follower, che è la cosa che mi stava più a cuore perché mi faceva restare in contatto con i miei lettori, mi sono abbonato a Meta Verifield, pagando 20 euro al mese, per avere la possibilità di parlare con qualcuno. Cosa buffa: la certificazione mi è stata concessa immediatamente appena ricevuto il pagamento. Non mi sono stati richiesti filmati o documenti. Pagando ero sicuramente io. Ho aperto vari ticket. Ho parlato, in chat e a voce, rigorosamente in inglese, con vari operatori. Ho inviato documenti, dichiarazioni, istanze, copie di fatture come mi veniva di volta in volta richiesto ma, fino ad oggi 20 marzo 2025, è stato come battere la testa contro un muro di gomma.

Nel frattempo, chi si era impossessato della mia Pagina Antonio Fusco scrittore continuava ad averne il controllo e a pubblicare varie sponsorizzazioni truffaldine. Facebook ha consentito loro di farlo, con grave danno per la mia immagine, fino a pochi giorni fa, quando finalmente si è deciso a disabilitarla.

Questa è solo la prima parte di una storia che non finisce qui. A breve vi racconterò cosa ho fatto dopo, quali sono gli strumenti a disposizione di una persona che si trova a vivere una situazione del genere, se funzionano davvero oppure se sono anche questi una truffa legalizzata, nonostante siano garantiti e certificati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni su delega della Comunità Europea.

Stay tuned …

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