I bei ricordi dell’infanzia si attaccano al gusto particolare di una caramella, all’odore dell’erba ancora bagnata dalla brina del mattino, a un formicaio brulicante di punti neri in movimento, a un pallone che rotola minaccioso verso l’auto del vicino parcheggiata nel nostro campo di calcio e alla parola nonno e nonna. Non esiste nessun altro suono capace di evocare così bene la leggerezza del vivere a quell’età. Forse perché i nonni erano gli unici che riuscivano a vedere il nostro aereo nella forma di una nuvola e a sentir parlare le bambole. E non lo dicevano a nessuno. Loro si che sapevano tenere un segreto.
